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lunedì 22 ottobre 2012

Troppi antidolorifici? Attente all’udito

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Genova - Con gli antidolorifici, si sa, non bisogna esagerare. E il monito, chiaramente, vale per tutti. Ma studi recenti dimostrano che sono le donne a dover usare una particolare attenzione in questo campo. Il rischio? Compromettere l’udito. Abusare per anni di farmaci come ibuprofene e paracetamolo, composti presenti in numerosi medicinali in libera vendita, aumenta infatti il pericolo di sordità.
A raccomandare attenzione sono i ricercatori delBrigham and Women’s Hospital di Boston, che hanno messo in relazione i problemi uditivi di oltre sessantamila donne, con un'età compresa fra 31 e 48 anni, seguite nell’ambito del “Nurses Health Study”, con l’assunzione dei due farmaci. La ricerca, pubblicata su American Journal of Epidemiology, ha confermato l’ipotesi degli studiosi.
Le signore che durante il periodo di osservazione, durato quattordici anni, avevano consumatoibuprofene o paracetamolo per almeno due-tre giorni la settimana avevano un rischio più alto, rispettivamente del 13 e dell’11 per cento, di riportare danni all’udito rispetto alle altre persone di controllo. Addirittura in chi assumeva quasi giornalmente i medicinali, ovvero almeno quattro-cinque giorni a settimana, la percentuale saliva del 21 per cento. Anche se non è chiaro il meccanismo attraverso il quale i due farmaci influiscano sulla capacità di percepire i suoni, si ipotizzano ad esempio modificazioni della circolazione del sangue all’interno delle orecchie, i ricercatori d’oltre Oceano danno un consiglio preciso per evitare pericoli. «Non si possono assumere queste medicine regolarmente e per lungo tempo senza consultare il proprio medico» spiega Sharon G. Curhan, prima firmataria della ricerca.
Sia chiaro. L’importante è non esagerare con il fai da te, evitando dosaggi troppo elevati. E d’altro canto questi non sono gli unici medicinali che possono in qualche modo aumentare i rischi per l’udito: basti pensare che dati di questo tipo sono emersi, ad esempio, anche per alcuni antibiotici, per farmaci che riducono la pressione e altri medicinali impiegati per combattere i dolori dell’artrosi e di altre malattie reumatiche.
Ed è certo che l’abuso di farmaci rappresenta solo una porzione infinitesimale dei rischi cui sono sottoposte le nostre orecchie, a tutte le età. Oggi i i disturbi uditivi colpiscono lo 0,2 per cento dei bambini al di sotto dei cinque anni di età. La sordità infantile può compromettere o ritardare l’acquisizione del linguaggio verbale incidendo sull’apprendimento scolastico e sull’integrazione sociale dei più piccoli.«La maggior parte dei bambini affetti da ipoacusia congenita soffre di una perdita dell’udito sin dalla nascita, stimata in 1-2 neonati su 1.000, potenzialmente identificabile attraverso lo screening uditivo neonatale e infantile» spiegaEdoardo Arslan del Servizio di audiologia e foniatria dell’Università di Padova, ospedale di Treviso.
Questo tipo di esame in Liguria è una realtà consolidata, quindi, almeno per i bambini appena nati, il primo appuntamento con la salute delle orecchie viene rispettato. L’importante, però, è proseguire con questa attenzione anche quando inizia la scuola: ad esempio, risultati non proprio brillanti potrebbero essere legati anche a difficoltà uditive. Passando agli adulti, e soprattutto a chi soffre di presbiacusia, circa quattro persone su dieci sopra i settant’anni hanno problemi, un semplice esame aiuta a scoprire se qualcosa non funziona. Si chiama audiometria, richiede pochi minuti e si esegue in una speciale cabina isolata acusticamente per evitare l’impatto di rumori ambientali.
Lo scopo dell’esame è valutare il valore della minima intensità percepita, cioè la cosiddetta soglia uditiva, parametro che si abbassa significativamente nelle persone più avanti con gli anni. Grazie al test si scopre quindi se il deficit interessa solo un orecchio e si possono ipotizzare le cause del disturbo per mettere in atto le terapie più indicate.
Il segnale d’allarme principale? Preoccupatevi se si modifica quello che gli esperti chiamano livello di comoda udibilità (tra 50 e 65 decibel), che corrisponde all’intensità della normale voce di conversazione e porta a una difficile comprensione di familiari ed amici. E non lasciate passare troppo tempo: il risultato è rischiare l’isolamento sociale e perdita di interessi e attività, di autostima che può favorire l’insorgenza di un quadro depressivo.
Come se non bastasse, l’incapacità di comprendere determinata dall’ipoacusia può condurre a disturbi della memoria, dell’attenzione, della comprensione verbale fino a un quadro di apparente stato confusionale. La prova? Secondo recenti ricerche, chi sente poco può andare più facilmente incontro a cadute e a fratture del femore. L’udito contribuisce infatti al mantenimento di una postura ed andatura stabili attraverso la percezione e l’identificazione degli stimoli uditivi che aiutano a localizzare meglio la posizione del corpo nello spazio e ad orientarsi, riducendo il rischio di perdere l’equilibrio.

Adele diventa mamma, troll all’attacco

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Fiocco azzurro in casa di Adele: venerdì notte la popolare cantante britannica ha dato alla luce un maschietto, secondo quanto riporta il Mail Online. Adele, 24 anni, è «in estasi» per il nuovo arrivo, così come il neopapà Simon Konecki.
Adele aveva annunciato a giugno di aspettare un bebè.Simon Konecki, 38 anni, amministratore delegato di Drop4drop, ha già una figlia di quattro anni avuta dalla sua ex moglie, la stilista Clary Fisher.
A rovinare il lieto evento sono stati alcuni troll in azione, che poco dopo la nascita del bambino, hanno postato commenti negativi, offese e persino minacce contro Adele e il piccolo. C’è chi ha ironizzato sulle sue forme:“Sarà grasso pure lui?” e chi le ha augurato di cadere in depressione post partum per ritrovare ispirazione. E c’è addirittura chi è arrivato a minacciare di morte la popstar e il bambino.
“Piccolezze”, in confronto alla gioia per la nascita del bambino e ai risultati professionali:“Skyfall”, ultimo brano di Adele tratto dalla colonna sonora del film dedicato a James Bond, è primo in classifica.

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