un’altra corte di Nanterre ha aperto un fascicolo penale nei confronti di Closer e dei fotografi che hanno scattato il servizio sulla coppia reale in intimità. L’accusa? Ovviamente violazione della privacy di William e Kate. La domanda, però, nasce spontanea: può, la casa reale, reclamare il diritto alla privacy? Questione spinosa.
La rivista Closer è stata condannata per aver pubblicato le foto di Kate Middleton.
Il Duca e la Duchessa di Cambrige (William e Kate, per capirci) hanno vinto con la loro richiesta di ingiunzione nei confronti del settimanale, che non potrà così pubblicare altre immagini del bagno di sole di Kate.
Lo ha deciso il Tribunal de Grande Instance di Nanterre (Parigi).
Nella causa civile, alla coppia è stata anche riconosciuto un indennizzo di cinquemila euro per danni e il divieto per il magazine francese (che appartiene ad un’altra compagnia, rispetto a quello britannico) a ripubblicare le immagini.
In aggiunta, la corte ha stabilito altri 10mila euro al giorno di danni per ogni giorno di violazione del divieto e di 100mila euro qualora le foto fossero vendute.
Mondadori, che controlla il Closer francese, ha reso noto che gli scatti non sono di proprietà della rivista.
La questione, comunque, è destinata a far parlare di sé ancora a lungo.
In Irlanda, per esempio, il governo ha annunciato l’introduzione di una legge sulla privacy in seguito alla pubblicazione delle medesime immagini da parte dell’Irish Daily Star, cui è seguita la sospensione del direttore, Michael O’ Kane.
Tutto per un paio di centimetri di pelle in più al vento.