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venerdì 28 settembre 2012

Centinaia in coda per l'iPhone5 In Italia i prezzi più alti

Dopo una vera e propria notte bianca nei negozi dei principali operatori Tlc, dalle 8 di questa mattina il nuovo melafonino è disponibile negli Apple Store del nostro paese. Una lunga veglia diventata oramai un rito per i fan di tutto il mondo, in alcune città italiane sono partite le prime code. Una fila ordinata con quasi 200 persone ha atteso davanti all'Apple Store nel centro commerciale Porta di Roma. 

In testa Gianmarco, 18 anni di Roma, che in fila si è messo alle 7,30: quello sta per comprare è il suo quarto smartphone di casa Cupertino. L'età media della gente in coda sui 25-35 anni, in stragrande maggioranza maschi. Alcuni accigliati sui prezzi (più alti in Italia rispetto agli altri paesi europei). 

Si parte da 729 euro per il modello base da 16 Gb, per passare a 839 euro per il modello da 32 Gb e si chiude con il modello di fascia alta, il 64 Gb, che sfiora i mille euro, esattamente 949. Prezzi che in alcuni casi si avvicinano a 100 euro in più rispetto a quelli del 4S, il modello immediatamente precedente (da 16 Gb 659 euro; da 32 Gb 799 euro; da 64 Gb 899 euro) e a 50 euro rispetto allo stesso iPhone 5 già in vendita in Francia e Germania. 

Una tendenza di Apple in atto da diversi anni giustificata con l'Iva più alta nel nostro paese e la tassa dell'equo compenso. Per Maurizio Garbin, analista di mercato per Altroconsumo, interpellato da Wired.it si tratta invece di una strategia commerciale perchè in Italia «il comparto della telefonia è l'unico che regge e Apple può permettersi prezzi più alti da noi rispetto a Francia e Germania». Oltre ai prezzi, altre lamentele stanno accompagnando l'uscita dell' iPhone 5. Una - non proprio riferita al dispositivo - riguarda il pasticcio delle mappe (è dovuto all'aggiornamento di iOS 6 e riguarda anche i vecchi modelli). 

L'altra investe il cambio dei connettori: se da una parte il nuovo Lightning è più piccolo (80% in meno di quello vecchio), dall'altra parte costringerà gli utenti ad acquistare appositamente un adattatore per le periferiche attualmente sul mercato. Una decisione che anche l'Anec, l'organizzazione che tutela i diritti dei consumatori in Europa, ha duramente criticato.

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