In testa Gianmarco, 18 anni di Roma, che in fila si è messo alle 7,30: quello sta per comprare è il suo quarto smartphone di casa Cupertino. L'età media della gente in coda sui 25-35 anni, in stragrande maggioranza maschi. Alcuni accigliati sui prezzi (più alti in Italia rispetto agli altri paesi europei).
Si parte da 729 euro per il modello base da 16 Gb, per passare a 839 euro per il modello da 32 Gb e si chiude con il modello di fascia alta, il 64 Gb, che sfiora i mille euro, esattamente 949. Prezzi che in alcuni casi si avvicinano a 100 euro in più rispetto a quelli del 4S, il modello immediatamente precedente (da 16 Gb 659 euro; da 32 Gb 799 euro; da 64 Gb 899 euro) e a 50 euro rispetto allo stesso iPhone 5 già in vendita in Francia e Germania.
Una tendenza di Apple in atto da diversi anni giustificata con l'Iva più alta nel nostro paese e la tassa dell'equo compenso. Per Maurizio Garbin, analista di mercato per Altroconsumo, interpellato da Wired.it si tratta invece di una strategia commerciale perchè in Italia «il comparto della telefonia è l'unico che regge e Apple può permettersi prezzi più alti da noi rispetto a Francia e Germania». Oltre ai prezzi, altre lamentele stanno accompagnando l'uscita dell' iPhone 5. Una - non proprio riferita al dispositivo - riguarda il pasticcio delle mappe (è dovuto all'aggiornamento di iOS 6 e riguarda anche i vecchi modelli).
L'altra investe il cambio dei connettori: se da una parte il nuovo Lightning è più piccolo (80% in meno di quello vecchio), dall'altra parte costringerà gli utenti ad acquistare appositamente un adattatore per le periferiche attualmente sul mercato. Una decisione che anche l'Anec, l'organizzazione che tutela i diritti dei consumatori in Europa, ha duramente criticato.
















