Milano, 25 agosto 2012 - “Parafrasando il titolo di un celebre romanzo, il mio rapporto con Milano è nato sotto il segno della rosa, cioè quella che mi ha lanciato Mick Jagger durante il concerto dei Rolling Stones al Velodromo Vigorelli alla fine degli anni ‘60”.
Ma l’aveva lanciata proprio a lei?“Non lo so, l’importante era prenderla. Col senno di poi l’ho considerato un segno del destino”.
Mauro Coruzzi, anche noto col suo nome d’arte di Platinette, arriva a Milano da adolescente, ma solo per poche ore. Poi da giovanotto ci approderà nel 1975. Questa volta per protesta.
Mauro Coruzzi, anche noto col suo nome d’arte di Platinette, arriva a Milano da adolescente, ma solo per poche ore. Poi da giovanotto ci approderà nel 1975. Questa volta per protesta.
Cos’era successo?Facevo parte del collettivo gay che occupò per la prima volta una casa a Milano, in via Morigi. Ricordo che c’erano Felix Cossolo, Ivan Teobaldelli, Gianni Delle Foglie, cioè i fondatori della storica rivista gay “Babilonia”. Io li conoscevo grazie a un gruppo di drag queen della mia natìa Parma. All’inizio presentavo i loro spettacoli e cominciai a travestirmi, infine mi trascinarono a Milano. Poi fui chiamato a presentare gli show delle Pumitrozzole, un gruppo di artisti travestiti da donna che si esibì con successo fino alla metà degli anni ’80.
E Platinette quando arriva?Verso la metà dei ’90, debuttai in radio a Station One, un network ora chiuso e poi mi chiamò Maurizio Costanzo come ospite fisso dei suoi programmi.
Diceva che si travestiva anche prima. Era sempre bionda?Sempre, in realtà Platinette stava facendo la sua strada per emergere con tutto il suo peso.
Ma il filo rosso della sua carriera è la radio.Sì, mi sono fatto le ossa a Radio Parma, poi con le radio del Gruppo Espresso, tra cui Radio Deejay per cui ho lavorato per 14 anni, infine l’addio lo scorso giugno.
Addio senza rancori?Un po’ di malinconia rimane, ma è inutile rodersi il fegato. Ora sono proiettato sul mio nuovo programma su Radio Monte Carlo. Comincio dal 10 settembre e andrò in onda tutti i giorni, al mattino presto, da lunedì a sabato.
Sarà costretto ad andare a letto dopo cena.Lo faccio senza problemi. Vivo a Milano stabilmente da ormai 12 anni, ma esco molto poco. Non mi piace dover apparire per forza. E poi nei locali è difficile trovare sedie adatte alla mia stazza. A parte gli scherzi, provo disagio ad essere al centro dell’attenzione quando non lavoro. Nella vita quotidiana preferisco eclissarmi e non dovermi sottoporre a continui giudizi.
Sarà costretto ad andare a letto dopo cena.Lo faccio senza problemi. Vivo a Milano stabilmente da ormai 12 anni, ma esco molto poco. Non mi piace dover apparire per forza. E poi nei locali è difficile trovare sedie adatte alla mia stazza. A parte gli scherzi, provo disagio ad essere al centro dell’attenzione quando non lavoro. Nella vita quotidiana preferisco eclissarmi e non dovermi sottoporre a continui giudizi.
Perché le piace il quartiere la Maggiolina?Proprio perché è l’opposto della Milano dei palazzoni. Ha tante case basse, diverse tra loro e immerse nel verde. Amo poter parcheggiare senza fatica, fermarmi a leggere seduto su una panchina di una piazzetta del quartiere, mentre i ragazzini giocano a basket. Mi sembra di stare un po’ nel Greenwich Village a New York e un po’ in un quartiere di periferia della mia amata Parma.
E per mangiare?Faccio pochi passi e arrivo al Ristorante Tre Pini. E’ situato in una bella villa Liberty di fine ‘800 e offre una gestione discreta e attenta. Poi la cucina è straordinaria: fanno un ossobuco e un risotto allo zafferano ormai introvabili.
Insomma ci sarà una Milano di suo gusto…Sì quella dei teatri, della ritualità delle prime, dell’attesa per l’apertura del sipario. E poi il teatro mi fa bene: quelle volte che l’ho fatto ho perso almeno 20 chili.
Lei è anche cantante e sta per pubblicare un nuovo disco. Di cosa si tratta?E’ un album che raccoglie le canzoni della mia adolescenza, come “Mi cercherai” di Iva Zanicchi, “Tra le canne di bambù c’eri tu” di Betty Curtis “Io ho te” di Mina. Io duetterò con, tra le altre, Orietta Berti, Donatella Rettore e Grazia Di Michele. In più canterò “Pazza”, canzone scritta per me da Gennaro Cosmo Parlato.
A proposito, è un’idea che potrebbe portare anche a teatro.Sì, stiamo pensando a uno spettacolo in parte comico basato sulle tipologie di donna che emergono dalle diverse canzoni.
Il suo sogno nel cassetto?Di chiudere tra non molto la carriera, con un film che racconti la mia vita girato da Barbra Streisand che ha già comprato a pochissimo i diritti di uno “script” che mi riguarda. Giuro, è tutto vero, ma sembra un film.