Nicola Zingaretti ha annunciato in maniche di camicia la candidatura a sindaco di Roma. Non è il solo: sono sempre più frequenti i politici a collo scoperto. Pier Ferdinando Casini alla direzione nazionale dell'Udc è apparso in giacca blu e camicia bianca, abbinamento preppy adottato anche daMatteo Renzi. Negli ultimi tempi anche Antonio Di Pietro lascia l'accessorio nell'armadio. Alla Camera la giacca è un imperativo, mentre sulla cravatta si chiude un occhio: bisogna indossarla solo in Aula. Al Senato, invece, è obbligatoria. Il cerimoniale è inflessibile, tanto che Andrej Hunko, deputato tedesco della Linke arrivato senza a Palazzo Madama per incontrare Emma Bonino, è stato respinto.
Fuori dai confini non si contano più gli incontri internazionali "tie-free". A rompere il tabù è stato Barack Obama che, al G8 di Camp David nel Maryland, ha chiesto a tutti un abbigliamento informale. Unico trasgressore François Hollande. Più spiritoso Warren Buffett, che si è presentato al forum di Sun Valley, Idaho, in camicia verde mela con fantasia di gechi. Bill Gates era in rosa salmone, Mario Monti in golfino grigio a V da banchiere anglosassone. Il mondo della finanza ha autorizzato da anni il casual Friday: chi lavora nelle sale operative delle banche d'affari, può presentarsi il venerdì in pantalone kaki e polo. Nota Gianni Battistoni, proprietario del noto negozio di Roma: «La larghezza della cravatta pare vada di pari passo con l'economia: negli anni del boom arrivava a 12 cm, oggi siamo a 8 e mezzo». Maurizio Marinella, del tempio della cravatta napoletana, osserva: «In tempi di crisi va di moda il colore: piace molto l'arancio e l'azzurro. Ma la cravatta non va indossata sempre: a Capri, mai».